Affrontiamo questo eterno quesito tecnico, molti avranno già la risposta, altri ci sono arrivati con il tempo, altri ancora, hanno un’idea ma non riescono a metterlo in pratica.
Questo argomento viene affrontato quasi sempre in inverno, nel momento in cui, da soli o con l’aiuto di un amico più esperto o di un professionista del settore, ci ritroviamo a dover organizzare la programmazione di un allenamento, che porterà ai nostri importanti appuntamenti sportivi.
Nel corso degli anni si è discusso molto su quale sia il modo migliore di utilizzare i mesi invernali per prepararsi al successivo anno agonistico e con il progresso della scienza dello sport e lo sviluppo di strumenti specifici per misurare e analizzare le prestazioni questo dibattito è stato più importante che mai.
L’obiettivo principale durante questa prima parte della stagione è sviluppare una solida base aerobica e di resistenza, su cui costruire un allenamento più intenso con il passare dei meso-cicli e con l’avvicinarsi degli obiettivi sportivi o di gara
L’idea è che maggiore è la base che costruisci, maggiore è il picco di forma che puoi raggiungere ma cosa ancora più importante, più si spinge in alto la soglia anaerobica più tardi il nostro metabolismo dovrà combattere la produzione di anidride carbonica (CO2), la ventilazione (atti respiratori al minuto), ed il livello di acido lattico prodotto e non smaltito.
Fin qui non vi ho detto nulla di nuovo, ma se è così chiaro e semplice migliorare, quali sono i veri ostacoli di un comune amatore più o meno evoluto?
Vediamone alcuni.
Tempo ridotto
La maggior parte delle persone, non ha tutto questo tempo da dedicare alla propria seduta di allenamento, spesso questa condizione lo porta a spingere oltre modo per creare abbastanza stress di allenamento con la speranza di raggiungere quegli adattamenti aerobici sperati.
Altro problema è quello dei tempi di recupero. E’ impensabile caricare quattro ore o più di allenamento se poi non abbiamo a disposizione, almeno altre due ore per recuperare le energie; possiamo farlo un giorno, una settimana, ma vi garantisco che, a lungo andare il nostro corpo ci chiederà il conto.
Quindi il concetto è semplice, più mi voglio allenare più tempo devo avere a disposizione per recuperare.
Formazione di base
Guardando i professionisti in allenamento, la prima cosa che emerge, oltre al fatto di andare forte, è la disciplina con cui si allenano, difficilmente vedremo un professionista farsi prendere la mano e “battagliare” in allenamento, questo perché ha una forma mentis professionale.
Cosa diversa per l’amatore che facilmente si lascia prendere e trasportare dalle bagarre e scaramucce in allenamento, questo lo porta sistematicamente ad esagerare e andare fuori range quando non deve farlo.
Obiettivi
Il raggiungimento di un obiettivo segue un percorso lungo fatto di impegno e resistenza, che a volte può anche sembrarci lontano da ciò che perseguiamo.
Programmare significa cucire su misura un percorso, questo deve avere obiettivi a lungo termine ma è fondamentale avere anche obiettivi intermedi che possano gratificare e stimolare l’atleta lungo il suo cammino. Per questo è fondamentale segnare in partenza la programmazione che vogliamo seguire, porsi scadenze, mettere dei punti ogni tot di tempo con il preparatore o il tecnico che ci segue.
In conclusione
L’allenamento deve avere specificità, gradualità e continuità.
Non ci sono altre alternative e diffidate da chi vi consiglia altre vie.