La sindrome femoro-rotulea è un disturbo che coinvolge l’epifisi distale del femore e della rotula.
Un’alterazione anatomica, ad esempio la tibia ruotata o un eccessivo valgismo, possono modificare la biomeccanica dell’articolazione.
Il problema nella rotazione della pedalata insorge nel momento in cui il metatarso, la caviglia, il ginocchio e la testa del femore non sono allineate, e quindi il ginocchio sarà varo o valgo (per ginocchio varo o valgo s’intende una deformità del ginocchio verso l’esterno nel primo caso e all’interno nel secondo)
Dal punto di vista meccanico, la posizione del ciclista in bici può dare questo risultato per difetti posturali di base: ad esempio, per un appoggio plantare in pronazione o supinazione, o per asimmetrie degli arti o, ancora, per la torsione del bacino che come é noto può essere determinata da una pluralità di cause.
Nel caso di un individuo “neutro”, cioè sensa grossi problemi di base, derivanti da patologie e traumi, le cause possono partire dalla posizione errata in sella.
Tra i difetti più ricorrenti relativi alla posizione sbagliata in bici c’è quello causato dall’angolo tibia/femore insufficiente: il ginocchio in questo caso per compensare la bassa estensione, si “apre” all’esterno assumendo la cd. posizione vara. Questo errato movimento porta ad un sovraccarico del tendine rotuleo e del crociato interno.
Per lo stesso errore di posizionamento in sella, un altro problema che nel lungo termine può insorgere è l’usura della cartilagine.
Durante la pedalata l’angolo tibia/femore passa da un momento di estensione ad uno di chiusura e tutto questo grazie allo “snodo” che è la rotula, essa deve legare la testa del femore a quella della tibia.
La cartilagine che agisce da cuscinetto e da lubrificatore entra in azione nel momento di chiusura del ginocchio, per poi rilassarsi nel momento di estensione.
Nel caso del ciclista, l’altezza della sella insufficiente condizionerà il movimento del ginocchio sempre in fase chiusura o semi chiusura e comunque non darà spazio alla cartilagine per rilassarsi con la conseguenza di un logorio precoce nel tempo.